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ott 23 2008

Il Briatore furioso. Vittime: Dowie e Bhatia…

Per carita…
E’ tutto una serie di gossip che si inseguono sul web e su qualche giornale d’oltre manica e niente di più, ma pare che in questi ultimi giorni l’umore di "Fashion Flavio" abbia subìto un brusco peggioramento, almeno per quanto riguarda l’aspetto "QPR" della sua impegnatissima vita.
Chi lo ha fatto arrabbiare?
Iain Dowie ed Amit Bhatia, rispettivamente allenatore della prima squadra e vice-presidente dei Rangers di cui, ricordiamolo, Briatore è presidente nonchè proprietario (assieme ad Ecclestone e Mittal).
Perchè?
Beh, i motivi per essere in collera con Dowie non sono difficili da intuire e sono comuni alla maggior parte dei tifosi degli Hoops: mancanza di risultati e di gioco.
Il QPR è l’unica squadra della Championship a non avere ancora una formazione titolare ben delineata ed uno schema di gioco chiaro. Dowie cambia giocatori come calzini, spesso, ahilui, prendendo topiche clamorose, e si passa dal 4-4-2 al 4-3-2-1 al 4-3-3 come se niente fosse, col risultato che spesso, mentre i giocatori cercano di adattarsi ai compagni, alla posizione ed allo schema, gli avversari ci fanno a fette…
Con Bhatia invece pare che i motivi di risentimento siano legati al forte legame che si sta instaurando tra il giovane dirigente ed i tifosi. Rapporto troppo stretto per Flavio, che invece preferirebbe rapporti certamente cordiali ma più professionali. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è il ripensamento targato ‘QPR’ ma fortemente voluto da Amit, in merito alla politica dei prezzi.
I prezzi, infatti, sono stati aumentati in maniera vertiginosa poco tempo fa, inserendo la suddivisione in tre categorie delle partite casalinghe con conseguenti prezzi che, per le partite "category A", arrivavano a 50 sterline a posto.
Sul sito ufficiale è apparso prima un comunicato e poi una lettera autografa di Bhatia che ha annullato questi aumenti decretando "category C" per tutte le partite fino a fine stagione. Cosa che ha entusiasmato i tifosi ma che non è piaciuta al Presidente.
Come reagirà Briatore?
Licenziare o rimuovere Bhatia è praticamente impossibile, visto che oltre ad essere molto amato dai tifosi è anche il genero di Mittal, il magnate indiano co-proprietario della società, quindi su questo fronte è piuttosto difficile intervenire. Anche perchè pare che la ‘febbre del pallone’ che ha contagiato il genero non abbia lasciato indenne il suocero che non disdegnerebbe un intervento economico più cospicuo per togliersi la soddisfazione di piazzare il ‘suo’ QPR subito e stabilmente in Premier League. Quindi Briatore, che invece ha impostato il programma sulla crescita graduale ed improntata all’economia, più che di Bhatia deve occuparsi a tener buono Mittal, per non vedere il suo progetto diventare troppo grande e troppo in fretta, cosa che rischierebbe di tagliare fuori lui che, tra i tre proprietari, è quello con meno disponibilità economiche (Mittal è il quinto uomo più ricco del pianeta!).
Ben diverso il ‘problema’ con Dowie.
Che la squadra non diverta è un’aspetto che può passare in second’ordine, ma il fatto che non arrivino nemmeno i risultati è una cosa che non possiamo permetterci.
Il destino dell’allenatore appare dunque appeso ad un filo, nonostante le continue dichiarazioni in senso opposto del diretto interessato, e con Dowie potrebbe lasciare Loftus Road anche Gianni Paladini, attuale direttore sportivo della squadra nonchè ex-presidente nell’epoca Caliendo, su cui gravano tutte le responsabilità di un mercato che non ha entusiasmato nessuno se non lui stesso.
De Canio se ne è andato proprio perchè non condivideva il programma di rafforzamento di Paladini ed i fatti gli hanno dato ragione. Ora pure Dowie si lamenta quantomeno della scarsità di peso in attacco, vedremo come porrà rimedio a questa oggettiva difficoltà il nostro DS.
Il destino di Dowie e, probabilmente, di Paladini è appeso al risultato che la squadra otterrà nelle prossime partite. Altra pressione sulle spalle dell’allenatore nord-irlandese.
Nella speranza che qualche vittoria riporti il buon umore nel cuore del nostro comunque amato presidente (se non era per lui eravamo in League One, come minimo…).