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apr 26 2012

Viaggio calcistico nella Londra dei Queens Park Rangers

Ecco di seguito riportato un lungo, completo e bellissimo aricolo trovato sull’ottimo English Football Station (www.englishfootballstation.wordpress.com), scritto da Pierpaolo Pessano e che riportiamo con estremo piacere, complimentandoci per la competenza e l’indubbia passione per il brit foot:

 

Noi di English Football Station siamo stati recentemente a Loftus Road, per quanto fosse una Domenica mattina di un weekend senza partite. Un giro semplicemente turistico per respirare a pieni polmoni l’aria di un quartiere, ben consci che, in Inghilterra e soprattutto a Londra, ogni squadra ha un legame fortissimo con la comunità che rappresenta, e se vuoi conoscere una realtà devi toccarla, anche brevemente, con mano. Siamo scesi a Wood Lane, nuovissima stazione dell’Hammersmith & City line, ma lo stadio è tradizionalmente raggiungibile anche dalla vicina White City, situata sulla Central line. A farla da padrona, appena scesi dal treno e usciti dalla stazione, sono i palazzi della BBC, che dominano un quartiere residenziale, non stile Leyton dove l’immigrazione si è mischiata al proletariato urbano e il concetto di residenziale è legato a quello di massa: un quartiere dove le mamme accompagnano i bimbi alla partita di calcio alla Domenica mattina e si respira l’aria pacifica di una Londra sorniona. Si scende South Africa Road e, a un certo punto, spunta Loftus Road, lì, immerso nel quartiere, e si pensa subito al concetto di “support your local team”, perchè il legame tra abitanti è squadra non potrebbe essere più forte di così, la squadra non gioca in qualche enorme spazio periferico, gioca dietro casa tua. Basterebbe già questo per rendere speciale Loftus Road. Dietro una delle tribune c’è addirittura una scuola, tanto che si chiama “School End” il settore dello stadio. Fantastico.

Il breve passaggio dalle parti di Loftus Road ci fornisce lo spunto per parlare della squadra che vi gioca, il Queens Park Rangers, seconda tappa della nostra rubrica londinese. Anche qui, basterebbe una foto delle splendide maglie del QPR, tornato quest’anno in Premier League, per concludere già il post, ma addentriamoci nella storia del club. Il Queens Park Rangers venne fondato nel 1882, dagli studenti del St Jude’s Institute, che diedero alla squadra il nome della scuola, St Jude’s appunto; il nome definitivo di Queens Park Rangers arriva 4 anni più tardi, quando nel 1886 si fonda con un’altra squadra, i Christchurch Rangers, e visto che molti giocatori provenivano proprio dal distretto di Queens Park (nord-ovest di Londra) si opta per il nuovo nome. E qui comincia il nostro calvario, terrorizzati come siamo dal dovervi raccontare la storia di una squadra che ha cambiato 17 volte stadio, un totale di 13 stadi diversi, un record inglese (e ci mancherebbe altro) che ci fa rimpiangere il caro vecchio Leyton Orient e i suoi spostamenti descritti nel post precedente. Scusandoci in anticipo se dovessimo saltare qualche passaggio, cerchiamo di andare con ordine.


Uno stadio immerso in un quartiere: Loftus Road

Il primo campo utilizzato dalla squadra venne ritagliato da una porzione di terra in disuso vicino a Harvist Road; poco dopo però trasferirono tutto a Welford’s Field, al costo di affitto di 8 sterline annue, che andrebbero rapportate al costo della vita di oggi ma che fan comunque sorridere. Qualcosa non andava nemmeno lì  e il QPR si trasferì nel 1888 al London Scottish ground, per una cifra stavolta di 20 sterline annue di affitto, compensate dal fatto che si iniziò a far pagare agli spettatori l’entrata. Ma il terreno di gioco dello stadio si dimostrò presto inutilizzabile date le condizioni pessime, forzando il QPR a trasferirsi ancora alla fine della stagione 1888/1889. Il calvario continuò, anzi, crebbe. Tra il 1890 e il 1892 la squadra cambia infatti ben quattro campi da gioco: Home Farm, Kensal Rise Green, The Gun Club at Wormwood Scrubs, Kilburn Cricket Ground. Ma la strada per trovare una casa definitiva è ancora lunga. Nel 1896 si torna dalle parti di Harvist Road, dove era stato nel frattempo eretto il National Athletics Ground (chiamato poi Kensal Rise Athletic Stadium) che diventò così la casa del QPR; il costo di entrata per gli spettatori adulti era a quel tempo di 6 pence. Il passaggio al professionismo avvenuto nel 1898 (per fermare i continui trasferimenti di giocatori verso altri club) è paradossalmente la causa dell’ennesimo cambio di stadio nella breve storia della squadra: i costi di gestione divennero elevati, la proprietà dello stadio fece causa alla squadra per i mancati pagamenti e il QPR dovette dunque cercare un’altra casa.

La nuova casa (1901) venne trovata in St Quentin’s Avenue, impianto non esattamente all’avanguardia: i giocatori dovevano cambiarsi in un edificio pubblico esterno e camminare poi al campo di gioco; cosa peraltro poco gradita agli stessi abitanti del quartiere, le cui proteste (secondo loro il QPR abbassava il livello del quartiere) portarono all’abbandono dopo un solo anno dell’impianto, per tornare al Kensal Rise (1902). Tutto finito? Magari. Nel 1905 i costi di affitto del Kensal Rise divennero proibitivi, e il QPR dovette nuovamente abbandonare l’impianto per trasferirsi all’Agricoltural Showground di Park Royal, dove resistette due soli anni: nel 1907 infatti la squadra si trasferì a un nuovo stadio, sempre a Park Royal, capace di ospitare fino a 60.000 spettatori dove giocò (con una breve interruzione nel 1912, quando giocò a White City a causa di uno sciopero dei lavoratori del carbone) fino alla stagione 1914/1915, quando il campo venne requisito dall’esercito in vista della Prima Guerra Mondiale. In realtà già sul finire del 1914/1915 il QPR dovette trasferirsi, giocando alcune partite a Stamford Bridge e al solito Kensal Rise. Finalmente, per il QPR e per noi che scriviamo, il 1917 segna l’anno della (quasi) fine delle peregrinazioni in giro per l’ovest londinese: il club acquista il campo della squadra amatoriale Shepsherd’s Bush, Loftus Road, e ne fa il suo stadio definitivo e attuale. Due brevi parentesi a White City Stadium (di cui una negli anni ’30 si rivelò disastrosa per le finanze del club) per cercare di attirare più spettatori segnano la definitiva fine dei trasferimenti della squadra. Con il sudore sulla fronte per la fatica, chiudiamo qui il capitolo stadi, ed è curioso come una squadra così girovaga porti oggi nello stemma la scritta “Loftus Road”, quasi a dire “ehi, noi il nostro stadio ce l’abbiamo!”.


La rosa del 1936/1937

In questi stadi, però, una squadra giocava. Una squadra che dopo i successi a livelli amatoriale (1982 West London Observer Cup, 1895 London Cup, e prima partecipazione all’FA Cup) passò come detto al professionismo nel 1898 (28 Dicembre), ottenendo l’iscrizione alla Southern League: il 9 Settembre dell’anno successivo il QPR disputò la prima partita professionistica della sua storia, una sconfitta 1-0 in casa del Tottenham Hotspur; la prima vittoria arrivò una settimana dopo, quando il New Brompton cadde al Kensal Rise. La squadra terminò all’ottavo posto la sua prima stagione pro. Dopo risultati altalenanti, il QPR vinse la Southern League nel 1907/1908 e a fine anno disputò la prima edizione della Charity Shield contro il Manchester United (1-1 e 4-0 in favore dei Red Devils), che si disputava tra i vincenti della First Division e quelli della Southern League. Nonostante la vittoria della Southern, il QPR non venne selezionato per giocare in Second Division (Football League): il passaggio avveniva infatti per selezione e ai Rangers venne preferito il Tottenham Hotspur, che finì però ottavo l’anno precedente. Quattro anni più tardi, nel 1912, il QPR rivinse la Southern League, ma dovrà aspettare il 1920/1921 per accedere alla Football League, stagione in cui venne ammesso alla neonata Third Division, in cui al primo anno di partecipazione finì terzo, per poi però finire due volte ultimo negli anni successivi e dover per questo richiedere l’ammissione, ottenuta entrambe le volte.

La storia del Queens Park Rangers rimase pressochè questa fino alla stagione 1947/1948, ed è quasi incredibile pensare a circa 30 anni passati in Third Division senza alcun tipo di soddisfazione, se non qualche passaggio del turno in FA Cup. Fu solo nel primo dopoguerra, infatti, che la squadra fece la sua prima apparizione in Second Division, sotto la guida del manager Dave Mangnall, che tuttavia si dimise quando, nel 1952, la retrocessione riportò i Rangers nella terza serie del calcio inglese, in cui rimasero, manco a dirlo, per diverse stagioni. Infangati nella palude della Division Three, nel 1959 giunse a Loftus Road dalla Roma un nuovo manager, Alec Stock: diventerà forse il più grande manager della storia dei Rangers, anche se dovrà aspettare il 1966/1967 per la gloria. Ma fu gloria vera per una realtà come il QPR. Quell’anno, sotto la guida di Stock e con in campo la prima vera stella della storia dei Superhoops (il nickname che i tifosi adottano oggi per la loro squadra), Rodney Marsh, la squadra non solo ottenne la promozione in Second Division, ma vinse, prima squadra di terza divisione a farlo, la Coppa di Lega, battendo 3-2 (dopo essere stati sotto 0-2) il W.B.A. a Wembley, che ospitava la finale per la prima volta. E non finì qui, perchè l’anno successivo il QPR ottenne un altro primato nella sua storia: la promozione in First Division.


Rodney Marsh segna il momentaneo 2-2 nella finale di Coppa di Lega del 1967

Alec Stock venne sollevato dall’incarico per malattia (rimase assente 3 mesi a causa di una brutta forma di asma che lo colpì), e il QPR retrocesse, dopo un solo anno di First Division. Rimase in Second Division quattro stagioni, durante le quali la squadra venne riorganizzata sotto la guida, dal 1971, del manager Gordon Jago, che cedette Rodney Marsh, la stella, al Manchester City per 200.000 sterline, rimpiazzandolo sei mesi più tardi con un ragazzo proveniente dal Carlisle, acquistato per 112.000 sterline e di nome Stanley Bowles. Bowles è, per ogni tifoso Hoops, quel che Charlton è per i tifosi del Manchester United; anzi, quello che è Best. Un giocatore dotato di classe cristallina che avrà presto un post a lui dedicato qui su EFS, anche per la vita personale che merita qualche parola. Un’icona anni ’70, come il nordirlandese. A Bowles, e ad altri acquisti come Phil Parkes, Don Givens, Dave Thomas vennero aggiunti giovani del vivaio come Dave Clement, Ian Gillard e il capitano Gerry Francis. La nuova squadra ottenne la promozione nel 1972/1973, finendo seconda dietro al Burnley; Jago, tuttavia, si dimise al termine dell’anno seguente, e venne rimpiazzato da Dave Sexton, ex manager del Chelsea, il quale ebbe la brillante idea di contendere a Stock il ruolo di best manager in QPR history, portando i Rangers al secondo posto in First nella stagione 1975/1976, un solo punto dietro al Liverpool.

I dieci anni che passano tra metà anni ’60 e metà anni ’70 sono gli anni ruggenti del QPR, che però riesce a mettere in bacheca la sola Coppa di Lega, con tuttavia il secondo posto in campionato e i quarti di finale di UEFA l’anno successivo (eliminati dall’AEK Atene) come perle da incastonare nella storia della squadra. Presto però l’incubo della Second Division tornò a palesarsi dalle parti di Loftus Road, un incubo che prese forma alla fine della stagione 1978/79 (nel frattempo Sexton aveva già lasciato, direzione Man United, nel 1977). Tuttavia i Rangers si rialzarono presto, quando venne nominato manager Terry Venables, ex giocatore del club e proveniente dal Crystal Palace (correva l’anno 1980): una finale di FA Cup nel 1981 (persa contro il Tottenham, 1-1 e 0-1 al replay, prima e unica nella storia del club), la promozione in First Division (1983) e il quinto posto in campionato (1984), con relativa qualificazione UEFA, sono il “palmares” di Venables in sella agli Hoops, non male per un club non esattamente abituato a certi palcoscenici; ed è quello che deve aver pensato il Barcellona, che infatti affidò la panchina a Venables per la stagione 1984/85. Un susseguirsi di manager, una finale di Coppa di Lega persa contro l’Oxford United (1986) e una serie di piazzamenti a metà classifica chiudono gli anni ’80 del QPR, che continuò a consolidare la sua posizione nella massima serie. In First Division, divenuta nel frattempo Premier League, il QPR ci rimase fino al 1995/96, quando dopo 13 anni e dopo ottimi recenti piazzamenti sotto la guida dell’ex giocatore e manager Gerry Francis (memorabile una vittoria a Old Trafford 4-1 durante la stagione inaugurale della Premier, 1 Gennaio 1993) retrocesse. E dopo aver lanciato e venduto, per la cifra tutt’ora record del club di 6 milioni di pounds, Les Ferdiand al Newcastle. Ma, stavolta, non ci fu un’immediata resurezzione. Anzi.


Un mito, un’icona, una leggenda: Stan Bowles ha appena segnato contro il Man United

Il 2000/2001 vide infatti il QPR retrocedere, dopo 30 anni circa dall’ultima partecipazione, nella terza serie del calcio inglese, divenuta nel frattempo Second Division, e a nulla in tal senso servì il ritorno di Gerry Francis, che si dimise sul finale di stagione e venne rimpiazzato dall’ex giocatore (un vizio molto english) Ian Holloway, il quale impiegò 3 anni per riportare la squadra in First Division (che, precisiamo, era divenuta la seconda serie del football albionico): era il 2003/2004. Il resto è storia recente, con le stagioni sotto la proprietà Briatore/Ecclestone che avevano nel frattempo rilevato il club salvandolo  dal rischio di fallimento (si parlò anche di fusione con il Wimbledon tra le altre cose), fatto purtroppo piuttosto frequente nella storia degli anni 2000 della squadra, e la trionfale cavalcata dello scorso anno con quella vecchia volpe di Neil Warnock in panchina, la vittoria del Championship (se evitiamo di dire che è l’ex First Division va bene?) e la promozione in Premier League, dove quest’anno si lotta, con le unghie e con i soldi del nuovo proprietario malesiano Tony Fernandes (curiosa storia la sua, tifoso del West Ham che non è riuscito a comprarsi gli Hammers e si è lanciato sui Rangers) per la salvezza.

Bene, la pappardella storica era doverosa, per quanto approfondiremo nel corso del tempo alcuni aspetti (Bowles, Marsh, la finale di Coppa di Lega, la stagione del secondo posto son tutti argomenti che meritano post a parte). Ma c’è una cosa che affascina di questo club e di cui fin’ora non abbiamo parlato, una cosa che attira sul QPR molte simpatie: la maglia. La maglia del Queens Park Rangers è di quelle che si possono definire uniche. O quasi, in ogni caso rare, perchè comunque quando vediamo la maglia bianco-blu a strisce orrizzontali pensiamo subito a loro. La cosa curiosa è che in origine non era così. La maglia del St Jude’s era metà azzurra-metà blu in pieno stile collegiale, e per qualche anno venne utilizzata anche dal QPR. Fino al 1892, quando venne introdotta la nuova maglia, a strisce orrizzontali bianche e….verdi. Ebbene sì. Potremmo essere qui a parlare di un simil Celtic Glasgow quando, nel 1926, a qualcuno venne l’illuminazione: le maglie verdi portavano sfiga! Così vuole la leggenda, e si passò quindi a un più consono, per motivi che evidentemente ritenevano validi, blu, per la fortuna di tutti, nostra soprattutto che consideriamo la maglia anni ’60-’70 una delle più belle della storia del calcio inglese. Ma anche del QPR stesso, che, non potendo vantare vittorie o glorie passate, può sempre far breccia nel cuore degli appassionati per la sua maglia caratteristica e unica.

E’ giunto il tempo di lasciare Loftus Road, di risalire South Africa Road tra i bambini che giocano in un campetto piuttosto malandato (la magia del calcio: una palla, due porte improvvisate, il Mondo come campo da gioco) e mamme che portano i figli a scuola, salutare l’edificio della BBC e rimetterci in viaggio. Saliamo a White City direzione Bank, cambiamo per la Northern Line, scendiamo a London Bridge, saliamo sul treno che ci porta a South Bermondsey, dove esiste una via che collega direttamente la stazione al settore ospiti dello stadio, per evitare che i tifosi avversari entrino in contatto con quelli di casa. Forse lo avete già capito: si va a casa del Millwall.