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2-1
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61′ Stewart (og)
67′ Hendrie
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reti
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44′ Agyemang
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53′ Hendrie
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cartellini
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78′ Blackstock
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Sheff Utd: Kenny, Bromby, Kilgallon, Armstrong, Geary (Gillespie 84), Carney, Hendrie (Stead 69), Speed, Tonge, Hulse, Sharp (Shelton 90).
In panchina: Montgomery, Lucketti.
QPR: Camp, Barker (Blackstock 73), Connolly, Hall, Stewart, Mahon, Buzsaky, Rowlands, Lee, Agyemang, Vine.
In panchina: Bolder, Ainsworth, Walton, Ephraim.
Arbitro: Nigel Miller (Durham).
Per i QPR ha parlato Joe Dunbar: Inizia parlando di un rigore negatoci "Ho visto il video e mi è paso netto il fallo di mano di Matthew Kilgallon", poi sulla partita "E’ stata la classica partita divisa in due parti: noi abbiamo comandato nel primo tempo, nel secondo hanno comandato i blades. Ci dispiace molto tornare a casa senza un pareggio, che sarebbe stato il risultato più gusto".
Commento: Come previsto, non era facile reinventare la squadra e sperare di essere subito competitivi, anche se la partita, come ha fatto notere Dunbar e come dimostrato dalle statistiche (controllo di palla equamente diviso tra le due squadre) ci ha visto per lunghi tratti padroni del gioco. Purtoppo un black-out di cinque minuti sommato alla sfiga del secondo autogol in due partite (quest’oggi la palma del più sfigato tocca a Stewart) ci condanna ad uscire, ingiustamente, sconfitti dal Bramall Lane.
E dire che la partita era cominciata bene: controllo del gioco, primo gol del nuovo acquisto Agyemang e gran duello tra uno scatenato Buzsaky, davvero in splendida forma, e il portiere delle ‘lame’ Kenny. Purtoppo vinto da quest’ultimo.
Nel secondo tempo, lo spettro dell’ennesima sconfitta che sarebbe probabilmente costato la panchina a Bryan Robson, unita ad un calo fisico dei Rangers, ha fatto sì che lo United spingesse disperatamente sull’accelleratore e che l’esito della partita si rovesciasse, più per sfiga che per demerito, in verità.
E’ chiaro che la squadra è un cantiere in costruzione e che qualche giro a vuoto sarà inevitabile, ma vista la nostra attuale posizione di classifica sarà bene sbrigarci a trovare l’assetto ottimale. Se sbagli due partite finisci nell’inferno della lotta per non retrocedere, ed è bene stare a giusta distanza dalle ultime tre della classe…