«Siamo arrivati in una situazione drammatica – racconta nel corso de La Politica nel Pallone su Gr Parlamento – perchè il mercato era chiuso, potevo avere solo dei prestiti. L’obiettivo di quest’anno è rimanere in Championship, la seconda divisione inglese, dobbiamo rimanere con i piedi per terra. Il prossimo anno punteremo a consolidarci, perchè qui c’è da migliorare tutto, e tra tre anni puntaremo direttamemnte alla Premier League».
Il compito di guidare il QPR è stato affidato a Gigi De Canio, «uno normale, che mi ha stupito – dice Briatore – Credo che sia fantastico trovare uno così, i vantaggi di Gigi sono questi, è equilibrato, bravissimo». Per quanto riguarda il mercato, si è parlato di Cristiano Lucarelli ma Briatore replice che «è inutile parlare di un giocatore, qui si tratta di ristrutturare completamente la squadra. Tra gennaio e giugno dobbiamo attrezzarci con due giocatori per ruolo ma è importante anche puntare sui giovani: abbiamo fatto un accordo con un’importante università perchè credo che l’educazione sia importante e vada di pari passo con lo sport. Il giocatore non ci interessa, dobbiamo fare gruppo».
Parlando del calcio inglese, Briatore nota una grande differenza con l’Italia per quanto riguarda gli arbitri, «qui non si lamenta mai nessuno anche se fanno delle cose incredbili. Credo però che si tratti di arbitri molto onesti perchè non sono protagonisti, mentre in Italia c’è la tendenza a fare i Collina».
Il team manager della Renault spiega poi di aver scelto il QPR anzichè un club italiano per vari motivi ma soprattutto perchè «è una scelta a lungo termine, anche economica e possedere un club in Inghilterra significa anche possedere uno stadio». E che a questo ci tenga molto si capisce quando gli viene chiesto se vorrebbe Adriano al QPR. «Per avere Adriano dovrei vendere lo stadio, per cui mi tengo lo stadio», sorride Briatore.
da La Stampa